
Binario 19
Spesso ho confuso la destinazione con il viaggio. Questa brama di arrivare ci limita lo sguardo, offusca la mente con quell'unica immagine della meta finale. Ma un viaggio comincia sempre con quel singolo passo che ti solleva dal concreto di ciò che lasci e attiva il tuo moto perpetuo verso il cambiamento. Il punto di arrivo è solo qualcosa che ci figuriamo, una coperta calda che ci rassicura che esiste uno scopo, un Eldorado che ci saprà ripagare. Le destinazioni sono un po' come le chimere: abbagliano e agitano gli animi come gli ideali, muovono le folle dei nostri pensieri, creano energie ma le chimere sono creature volubili come le sinapsi che le hanno generate. Ho sempre avuto un rapporto particolare con i treni, mi hanno quasi sempre dato la sensazione di avere mille destinazioni e non solo quella finale, centinaia di fotogrammi su cui concentrare i miei sguardi stupefatti prima del singolo stupore alla vista della stazione d'arrivo. La mia vita è cominciata un lontano 19 febbraio e da allora quel binario non è il mio limite, è la mia possibilità. Possibilità di decidere le tappe intermedie, possibilità di sbagliare itinerario, possibilità di essere triste per un addio o sorridente per un nuovo inizio. Dovremmo tutti imparare a godere del viaggio nella sua imprevedibile interezza, perché la vita é un po' come la corsa di un treno e ha davvero poco senso guardarsi indietro all'ultima stazione.
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